TATO DVANDVANABHIGHATAH
“Da ciò, la mancanza di attacchi
da parte delle coppie di opposti”.
Yoga-sutra II, 48
Questo è il terzo sutra della serie dedicata agli asana da Shri Patanjaliji nei suoi Yoga-sutra. I primi due sono:
1. STHIRA-SUKHAM-ASANAM;
Il termine Sthira vuol dire “stabile”. Sukham è formato da un prefisso “Su”, che sta a significare “buono” e da un sostantivo “Kha” che indica una “cavità”, uno “spazio”. Quindi il sutra vuole significare: ”Asana = Essere fermamente fondati in uno spazio di beatitudine”.
Questa ottima postura la si ottiene quando:
2. PRAYATNA-SHAITHILYANANTA-SAMAPATTIBHYAM;
“Allorchè avviene il rilassamento dello sforzo-tensione e la mente contempla lo stato di tranquillità che è infinito”.
Si è compreso? Quando cessiamo di fare inutili sforzi e ci rilassiamo, ritroviamo oltre alla stabilità, anche lo stato psicologico confortevole, senza essere più disturbati da tempo o impazienza.
Allorchè ci si ritrova in tale stato benedetto dall’equilibrio, i dvandva, le “coppie di opposti”, caldo/freddo, bello/brutto, duro/morbido, gioia/dolore, attrazione/repulsione, esterno/interno ed altro, smettono di contrastarsi, lasciano il corpo indisturbato e lo Yogin esce dalla visione dualista che sminuzza la realtà, ad iniziare dalla propria.
Tale è Tato dvandvanabhighatah, lo “stato benedetto dall’equilibrio”!