“Spazio interiore, cielo della pura coscienzialità” non condizionata dalle contingenze; questo è il significato di Antarakham.
Kham designa, già nel Rigveda, il foro nel mozzo della ruota in cui viene inserito l’asse. E’ ovvio che è da questo foro centrale che deriva l’ottimale funzionamento della ruota.
Il vuoto spazio più addentro dell’essere umano costituisce un fulcro incredibile di azione dinamica. E’ negli istanti di perfetto vuoto e nondimeno di calma consapevolezza, che l’ispirazione e/o intuizione sorge dalle profondità dell’essere e ravviva tutta la nostra vita, rendendola piena e colorata.
Ma noi non permettiamo l’attivazione di tali profonde forze e finalità interiori, lasciando che gli avvenimenti più disparati occupino il “cielo della pura coscienza”.
Il Maestro ci richiama costantemente a risiedere in maniera definitiva nell’Antara-kham.
Tale è la Natura del Maestro.
Invece, com’è il sadhaka? Quale dovrebbe essere la sua natura?