LO STAGNO E IL RUSCELLO
Uno Stagno, molto paludoso, formatosi da tempi immemorabili, riposava, sonnecchiava placido, pago della pace raggiunta.
Ma, la Natura, seguendo uno dei suoi tanti Disegni imprevedibili, aveva ultimamente modificato lievemente la struttura geografica del luogo, immettendo una variante nel sito.
La variante era un Rio d’acqua che, sommessamente e giorno dopo giorno mormorava allegramente ma, purtroppo, sempre più rumorosamente per il vecchio Stagno.
Dapprima lo Stagno non ci fece caso – Era Vecchio! – Poteva pur sopportare i mormorii e strepitii del giovane Rio che cercava faticosamente di crescere. Dove andava, poi, pensava lo Stagno – Lo vedeva con gli occhi socchiusi, arrivare dalle alte montagne e proseguire, scavezzacollo, ancora più giù verso le valli -
Un giorno il mormorio era ormai divenuto un frastuono continuo per il vecchio Stagno.
Costretto dal “Suono Continuo” domandò gridando:
“Ehi tu laggiù. giovane argento vivo, perchè fai tanto chiasso?” – “Perchè ti agiti tanto?” – “Cosa speri di ottenere con tutto quello scalpitare?”. Il… Ruscello rallentò un attimo il suo corso e rispose gioiosamente:
“Ogni giorno scorro e non rimango vecchio;
Ogni giorno canto la gioia;
Ogni giorno sono vivo perchè dono questa mia vita al Fiume e all’Oceano
Ogni giorno cerco nuove strade e così imparo continuamente dalla vita;
Per questo io sono in cammino nuovamente ad ogni giorno”.
Rispose lo Stagno:
“Fiume?” – “Oceano?” – “Si, ehm, può anche darsi, potrebbe essere…” – “Ma non senti quanta pace proviene dalle mie rive, dalle mie acque? Guarda, ultimamente sono scomparsi anche tutti gli animali e gli animaletti. Nessuno mi da più fastidio. Fai come me, fermati, “ioo” ho trovato la pace”.
Rispose il Ruscello:
“Appunto!“.
“Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia…”.