Joga Pradipaka
LA LUCE DELLO YOGA
Jayatarāma
pp. 96 - brossura
Anno 2001
Sovera Multimedia – Roma
(esaurito)
È un manoscritto di Yoga redatto in lingua Hindi nel 1700, ritrovato dal dott. M.L. Gharote, studioso e ricercatore instancabile di testi antichi, che lo ha tradotto in lingua inglese. Il Centro Purna Yoga ha voluto curare una ulteriore edizione dell’opera, permettendo l’uscita del libro in lingua italiana.
È un testo ricco di novità pratiche soprattutto dal cap. III al VII. Il cap. IV si riferisce al prânâyâma con le matrka, mentre il V cap. tratta di shat-karma e 24 mudrâ.
PREMESSA
Il campo della letteratura Yoga è immenso e questo senza bisogno di citare la letteratura specificata sul Tantra, Vedanta, ecc., o altri rami della cultura hindu attinenti lo Yoga.
Tuttavia nell’attuale produzione editoriale, e particolarmente in Italia, sono pochi i testi di qualità, soprattutto quelli degli autori classici hindu del passato storico, anche se sino ad oggi molto è stato fatto.
Possimo dire di essere solo un po’ più avanti rispetto agli inizi (anni 70), ma molto c’è ancora da fare sia per quanto riguarda la traduzione dei testi classici Yoga, sia nel praticare lo stesso in profondità.
Basti ricordare che nell’editoria italiana i testi tradotti sullo Yoga sono Hathapradipika, la Gheranda Samhita, la Shiva Samhita, il Satcakra Nirupana e le Yoga Upanisad sul piano Hatha (e volendo lo Shivasvarodaya e il Tantraloka), gli Yoga Sutra di Sri Patanjaliji sul piano della sintesi o Astanga, e sempre sul piano della globalità la Bhagavad Gita.
È quindi con profonda gratitudine che riceviamo dal dott. Manohar L. Gharote (ricercatore instancabile di testi antichi sullo Yoga) il manoscritto Jogapradipaka, la traduzione del quale, ci auguriamo, contribuisca a rendere meno lacunoso il presente panorama editoriale.
Il testo, rivolto in particolare agli studiosi e praticanti Yoaga, presenta non poche “novità” pratiche. Diviso in otto capitoli, offre un sostegno e una complementarità alle altre pratiche già descritte, ad esempio, in Hathapradipika e Gheranda Samhita.
Nello specifico, primo e secondo Capitolo trattano delle radici dello Yoga, ossia Yama e Niyama.
Il Capitolo terzo, sugli Asana, riporta ben 85 posizioni ed altre cinque per la pratica Pranayama.
Il Capitolo quarto, entra più in profondità, ed in maniera mai trattata finora, nel campo del Pranayama con le Matrka.
Il Capitolo quinto descrive Satkarma, otto Kumbhaka alquanto differenti da quelli descritti inHathapradipika e 24 Mudra, queste ancor più differenti e interessanti. Si noti, per inciso, cheHathapradipika e Shiva Samhita riportano solo 10 Mudra e Gheranda Samhita 25. Di qui l’importanza delle Mudra.
Il Capitolo sesto tratta dei Tattva e vengono fornite indicazioni sulle pratiche Bija-mantra e Devata.
Il Capitolo settimo insegna come padroneggiare Kala, il Tempo.
Infine il Capitolo ottavo considera la fisiologia sottile dello Yoga ed indica metodologie utili a seguire ed indirizzare le forze profonde del campo energetico umano.
Considerando la specificità dell’opera e la scarsità di riferimenti utili nel complesso dell’offerta editoriale italiana, ci siamo avvalsi dei preziosi chiarimenti del dr. M.L. Gharote riguardo al testo dell’antico manoscritto, ed è stata nostra cura facilitarne la lettura con un corredo di un alfabeto sanscrito, note illustrative e glossario.
Se questo non fosse sufficiente, saremo ben lieti di accogliere ogni suggerimento in vista di un’eventuale futura riedizione.
MARIO VERRI
Questo articolo è decisamente scritto come si deve, come tutto
il il pagina web in generale. Sono un assiduo lettore, continuate così a presto
Trasloco A Caltanissetta.
Grazie! Om Shanti!
ho conosciuto il dott. gharote dal 1986 al 1988 corso di yoga-terapia a villa era bhole,pedro de vincente,barabino giorgio saluti al mio maestro gharote manohar laxam che mi haaperto allo yoga.classico.