Tecniche Yoga
Manohar L. Gharote
pp. 144 – brossura
Anno 2002
Sovera Multimedia – Roma
Il libro propone una compilazione importantissima degli articoli pubblicati sulla prestigiosa rivista Yoga-mimamsa del Kaivalyadhâma Istitute, pubblicata in India dal 1924.
PREFAZIONE
Questo volume raccoglie gli articoli sulle tecniche yoga pubblicati nel corso di vari anni sulla rivista specializzata Yoga-Mimamsa. Tali tecniche sono qui illustrate ed arricchite con opportune integrazioni. In particolare, i saggi su Nadanusandhana e sulle indicazioni e controindicazioni nella pratica dello yoga sono stati elaborati appositamente per questo lavoro, completando il percorso di Hathayoga descritto nella Hathapradipika. L’opera, nel suo complesso, intende fornire un’informazione di massima riguardo le principali tecniche dello Hathayoga, con il corredo di riferimenti bibliografici adeguati per chi volesse approfondire i temi trattati.
Ci auguriamo che il libro possa rivelarsi utile e ben accolto da parte dei nostri lettori.
Dr. Manohar L. Gharote
NOTA INTRODUTTIVA
Nella prefazione di questo libro, il dott. Gharote ne enuncia chiaramente le finalità. Questo manuale è una raccolta di articoli sullo Yoga, in particolare della Scuola Hatha, pubblicati dalla prestigiosa rivista Yoga-Mimamsa del Kaivalyadhama Institute di Lonavla, fin dal 1924. Il materiale scelto è di primissima qualità.
Nello scorrere e studiare i capitoli del manuale, balzano evidenti alcuni assunti:
a) Pur nella sua concisione il testo offre una visione chiara e autentica dello Yoga, nonché esaustiva nella sua sinteticità.
b) Gli asana, trattati nel capitolo specifico sono presentati, come concetto, nella loro profondità ed interezza. Ciò che però ci preme sottolineare è l’aspetto peculiare ed inedito di questo intero capitolo, nel quale la scienza degli asana viene descritta nella sua totalità che va dalle citazioni degli antichi testi della Tradizione alla pratica quotidiana, seguendo il percorso sacro tracciato da chi prima di noi ne aveva compreso l’immane forza e potenza.
c) Viene trattato il concetto dell’ascolto del Suono o Nadanusandhana, una pratica di livello decisamente sottile.
d) Il capitolo VIII tratta delle indicazioni e controindicazioni delle pratiche Yoga.
e) Vengono offerti riferimenti scientifici documentati.
f) Va da sé che se lo Yoga viene praticato, come si asserisce nel manuale a grandi linee, esso conduce alla realizzazione del fine di questa Disciplina, che è l’Integrazione o Samadhi.
Lo Yoga è una Scienza per lo sviluppo totale dell’Uomo. Nel corso dei lunghi anni dedicati allo studio, alla pratica e all’apertura per la comprensione di ciò che è “Yoga”, possiamo asserire che ne abbiamo sperimentato personalmente e continuamente l’indubbia efficacia, ed è soprattutto in questo senso che continua la ricerca del dott. M.L. Gharote.
Ben vengano i Manuali sullo Yoga, così accurati e profondi, come il presente testo, per una migliore comprensione della Disciplina che guida l’uomo ad un livello d’intendimento sempre più profondo, fino a farlo sentire un “ingranaggio” importante e necessario, perfettamente integrato e vibrante con l’Universo.
Mario Verri
Capitolo Ottavo
Pathyapathya Vicara
(indicazioni e controindicazioni delle pratiche Yoga)
Le indicazioni e le controindicazioni suggeriscono rispettivamente ciò che si dovrebbe fare e ciò che non si dovrebbe.
I suggerimenti riguardo a ciò che dovrebbe essere fatto presuppongono la comprensione dei principi che governano le tecniche. Le pratiche Yoga infatti richiedono tecniche differenti. D’altra parte, è necessario conoscere i principi di base comuni. Questi principi dovrebbero tenere conto dello scopo ultimo dello Yoga, delle relazioni che intercorrono tra tale scopo e le tecniche specifiche, e dei percorsi attraverso i quali tale scopo viene raggiunto. Dunque “indicazione” significa conoscere i principi dello Yoga e lavorare, mediante le tecniche, su questi principi.
Le tecniche possono comprendere Asana, Pranayama, Bandha e Mudra, Kriya e Meditazione. Sebbene lo scopo di tutte queste tecniche sia il medesimo, tuttavia il meccanismo implicato differisce. Dato che ogni meccanismo è basato su qualche principio psicofisiologico, i praticanti dovrebbero acquisire familiarità con questi ultimi.
Le controindicazioni segnalano invece come le pratiche Yoga non dovrebbero essere eseguite, chi non dovrebbe eseguirle, quando, e a quali condizioni, non dovrebbero essere eseguite.
Così, per queste pratiche le controindicazioni sono proprio l’opposto delle indicazioni. Ne consegue che indicazioni e controindicazioni possono essere di carattere generale o specifico. Una linea guida generale potrebbe essere che qualunque pratica conduca a soddisfazione e ad uno stato confortevole può essere indicata, mentre qualunque pratica che comporta dolore o disagio è controindicata. Questo principio, o linea guida, potrebbe essere applicato alla pratica, al singolo individuo e ad ogni condizione.
Tra i vari gruppi di pratiche Yoga, soffermiamoci sugli Asana.
Gli AsanaPrima di praticare gli Asana, dovremmo avere bene chiaro il motivo per cui vogliamo praticarli. Nello Yoga lo scopo ultimo di tutte le pratiche è, come stabilisce Patanjali, “Cittavrttinirodha”. Ci possono essere obiettivi minori, come ottenere il benessere psico-fisico, ma quale che sia l’obiettivo specifico, il concetto di Asana deve essere chiaro. In assenza di un concetto chiaro, ci può essere confusione. Patanjali spiega il concetto di Asana come “Sthira-sukam-asanam”. Ciò significa: Asana è ciò che è stabile e confortevole. Se questo non si capisce propriamente, qualunque cosa fatta credendo che sia un Asana, potrebbe non potersi chiamare Asana. Per esempio, secondo il concetto espresso da Patanjali, un Asana eseguito come un esercizio ginnico non potrà essere chiamato Asana. I principi implicati da un esercizio ginnico sono infatti diversi dai principi implicati da un Asana. L‘esercizio è dinamico e richiede, utilizzando la forza, movimenti ripetitivi. Al contrario, l‘Asana è una postura priva di movimenti che utilizzano la forza. L‘esercizio consuma energia e porta ad affaticamento. Essendo una postura statica mantenuta senza sforzo, l‘Asana consuma meno energia e non affatica il praticante. L‘esercizio è fisico, mentre l‘Asana è una pratica psicofisiologica che conduce alla stabilità del corpo e della mente. Gli Asana sono realizzati agevolmente e senza l‘uso della forza.
Praticare gli Asana usando la forza, ciò che implica una maggiore spesa energetica, è controindicato. Realizzare un Asana in maniera non confortevole, cosa che porta a cambiare rapidamente posizione, è controindicato.
Gli Asana sono procedure statiche di allungamento che hanno bisogno di essere mantenute confortevolmente per un certo tempo.
Possono variare secondo la persona e le sue condizioni. Gli individui differiscono nelle capacità e nella struttura fisica. L‘Asana che può essere possibile per uno, non può esserlo per un altro. Alcuni si flettono agevolmente, altri possono essere rigidi. Ma ognuno può iniziare, e l‘inizio dovrebbe essere sempre con degli Asana semplici in grado di essere realizzati confortevolmente. Se si trova difficoltosa l‘esecuzione di un Asana specifico, potrebbe essere semplificato apportando opportune modifiche, e le modifiche dovranno essere tali che l‘Asana modificato continui a essere basato sugli stessi principi dell‘originale. Mano a mano che si acquisisca pratica con l‘Asana modificato, si potrà passare a eseguire l‘Asana originale. Quando si esegue una sequenza di Asana, si dovrebbe avere cura che il gruppo scelto rifletta il principio della progressione, procedendo da forme semplici verso forme più complesse. Se non si osserva questo principio, si possono incontrare difficoltà.
Queste che seguono sono le controindicazioni che la pratica di alcuni Asana comporta.
1) Problemi spinali acuti:
evitare ogni pressione sulle regioni vertebrali affette da patologie.a) Spina cervicale:
sconsigliati Halasana, Sarvangasana, Sirsasana.b) Spina dorsale:
sconsigliati Pascimatana e altri Asana con piegamenti in avanti.c) Spina lombare:
sconsigliati Salabasana, Dhanurasana, torsioni come in Matsyendrasana.2) Diastasi del retto ed ernia:
evitare tutte le posizioni che aumentano la pressione intra-addominale come Mayurasana, Salabasana , Pascimatana, Yogamudra, ecc.3) Ipertensione:
evitare le posizioni capovolte.
Le condizioni fisiche di una persona possono variare da momento a momento. Quando si soffre di problemi di salute, si dovrebbe chiedere la guida di un esperto che indichi quali pratiche devono essere evitate in quella particolare fase in cui è presente il problema di salute. Si dovrebbero evitare gli Asana che generano tensione al sistema, con dolori e disagio. Quando si utilizzano gli Asana per scopi terapeutici, si dovrebbero praticare solo quelli che portano sollievo nelle situazioni specifiche. Nei casi di pressione elevata del sangue, spondilosi, problemi agli occhi, debolezza delle fasce muscolari delle spalle, ecc., si devono evitare Shirshasana e le altre posizioni capovolte. (continua)
sono affetto da spondilolistesi, pensate possa eseguire l’asana Shirsasana?