I sistemi paralleli
(Gennaio 1985)
LE CINQUE PAROLE SEGRETE (Manuale di LEE I-YU’)
1) TRANQUILLITA’
Qui si parla della tranquillità come elemento essenziale nella pratica del Tai Chi. Con questo elemento la mente è in grado di concentrarsi e l’esecuzione dei movimenti in ogni direzione, ha uno scopo.
Cominciando, è importante non iniziare i movimenti in accordo con l’intenzione propria ma, seguire la direzione della forza dell’opponente, piegando o estendendo a seconda del momento.
In ogni attimo, la mente dovrebbe essere all’erta su ciascun movimento eseguito e, praticando così, all’incirca in un anno e mezzo, si può arrivare a controllare il corpo intero.
Ricordare infine che l’esercizio mentale è il vero segreto e non l’impiego della forza.
2) AGILITA’
Caratteristica interessante, perché ciò che va evitato è il suo contrario, cioè la goffaggine, che è l’incapacità di avanzare o ritirarsi in risposta ai propri comandi.
Quando l’opponente mi si appoggia apertamente, io dovrei essere più sensibile e reagire con maggior velocità; se l’opponente forza a sinistra, io dovrei svuotare la mia destra, ma simultaneamente, la dovrei spedire in avanti come energia opposta. Lo stesso dovrebbe avvenire sull’altro lato.
Per finire, la vita va paragonata ad un asse e tutto il corpo va mosso all’unisono. Perciò, seguire se stessi porta alla goffaggine, mentre seguire l’opponente conduce all’agilità.
3) CONTROLLO DEL CHI
Il Chi dev’essere talmente controllato, che deve penetrare nel corpo intero, fino a raggiungere anche le ossa.
Coordinare i movimenti di chiusura con l’inspirazione e quelli di apertura con l’espirazione.
4) FORZA
Il corpo deve muoversi come una singola unità, distinguendo chiaramente tra “vuoto” e “solidità”. La forza o CHIN deve essere percepita dalle proprie radici. Essa va esercitata quando l’avversario “è” sul punto di esercitarla, né prima, né dopo.
5) CONCENTRAZIONE
Quando si è entrati in contatto e si sono padroneggiati i quattro precedenti requisiti, può e deve avvenire la concentrazione.
Allora i movimenti di apertura e chiusura sarebbero appropriati, il vuoto e la solidità distinti, il Chi esercitato dalla spina dorsale (*), e la forza dell’opponente.
(*) Se il Chi, dalle spalle scende lungo la spina dorsale ciò è chiusura, se ascende lungo la stessa fino alle spalle e alle dita, ciò è apertura. Chiudere è immagazzinare l’energia, aprire è esercitare l’energia.
I sentieri paralleli
(Febbraio 1985)
VIVERE IL TAO
Vivere il TAO è vivere la VIA.
La VIA deve essere “percorsa”.
Come percorrere la VIA deve essere inteso rettamente.
Se si è in un certo punto della VIA lì bisogna essere.
Se si cammina in un certo modo funzionale lungo un tratto della VIA è bene
continuare a camminare funzionalmente lungo tutta la VIA.
La VIA è Fluida.
Essa … non si aggrappa.
La VIA è Libera.
Essa … non ha legami.
La VIA è la VERITA’.
Essa … non ha bisogno di affermazioni.
La VIA è la REALTA’.
Essa … E’.
La VIA è calma.
Calmati uscendo dal PUNTO.
Poi ritornaci.
La VIA è ampia.
Lo è per il PUNTO.
Ognuno è il PUNTO.
Medita a lungo su queste frasi.
Poi mettile in pratica.
Quindi … dimenticale.
L’Uomo da conoscere – I sentieri paralleli
(Marzo 1985)
LETTERA AD UN SADHAKA
Per anni o millenni ho ricercato la Pietra Filosofale ed ho vagabondato (o son rimasto fermo) per strade diritte e sentieri scoscesi, senza mai scorgerla, se non fuggevolmente.
Caro sadhaka, essa era sotto i miei occhi eppure, ti assicuro mi era assolutamente invisibile, più che inesistente; per chiarirti meglio era invisibile agli occhi fisici ma pienamente presente per quelli sovramentali.
Sai… a proposito come devo chiamarti, tu-voi siete molti!Ecco, per comodità ti chiamerò Jonathan!
Dunque Jonathan, fin da piccolo la (mia) Pietra Filosofale era ben presente (dentro di me), ma non ero cosciente del fatto che esistesse, tanto più che era ella stessa a farmi vivere felicemente l’infanzia.
Difatti, fino ad un certo periodo la mia vita fu molto leggera, direi vissuta senza molti affanni.
Poi… poi cominciarono le avversità, ed alcune anche odiose, senza sapere allora perché erano tali.
Non ti sto a raccontare le vicissitudini. Io le ho avute, tu le hai, altri le avranno. Non ti preoccupare, so che vorresti bruciare i tempi, ma ciò che conta è capire i Principi attraverso i quali funziona la mente e trovare la Pietra.
Dunque, ti dicevo delle vicissitudini. Molte le avrei volentieri evitate e, scommetto che sotto sotto, di alcune anche tu ne faresti volentieri a meno.
Ma ora so, quelle avversità in realtà erano un mezzo molto potente della vita, per meglio mettere a nudo la Pietra, in modo tale da poterla scorgere definitivamente.
Ne dubiti?! Non farlo, appena adesso sei nato in questo universo, lascia scorrere un pò di….Tempo.
Inoltre, per tranquillizzarti, ti dirò che ho percorso anche strade di pianura molto ampie, ed altre addirittura in discesa.
Certamente non bastano le sole avversità per togliere il Fango e/o l’Oscurità che avvolgono e velano la Pietra. Ci sono molti mezzi.
Un altro metodo consiste nel lavorare incessantemente (ricercandola) e non smettere mai!Comprendi questo ed agisci di conseguenza.Un altro metodo consiste di servirsi di molti… mezzi per metterla a nudo. Infatti leggerai e studierai libercoli o LIBRI, incontrerai acquitrini o la libertà del MARE, montucoli o MONTAGNE, sapientoni o SAGGI, bambinetti o forse qualche UOMO.
Ma non servirti di nessuno di essi indefinitamente, se non della Forza della sola Pietra.
E ancora un altro metodo (sono innumerevoli, come gli uomini), consiste nell’aiutare disinteressatamente gli altri.
Vedi Jonathan, io devo dirti GRAZIE!
Grazie, perché attraverso te sono riuscito a rendermi SENSIBILE alle immense possibilità della Pietra.
Ma anche tu devi ringraziarmi, perché attraverso me hai reso visibile ai tuoi occhi, il terreno e i contorni sfuggenti della Pietra che… è già in te.
Questa è la grande verità e sta a te scoprirlo definitivamente e da solo. Possiamo fermarci qui riguardo ai metodi.
Riguardo il dispiegarsi definitivo della Pietra, ascolta:
è stata la VITA e il TEMPO a svelarla completamente ai miei occhi, infatti m’accorsi quasi d’improvviso che essa mi era d’un tratto più chiara, più concreta, quasi potevo afferrarla! E pur non prendendola… l’afferrai!
Ora tu mi vedi e ancora non mi GUARDI: difatti vorresti che, in qualche modo io ti mostrassi ora ce Compiutamente la Pietra.
Vedi, mi è veramente difficile farlo, eppure desidero comunicartelo in questo istante molto semplicemente. ASCOLTA.
ORA, IO SONO LA PIETRA!
Vai a: » Pagina precedente